Un Recuerdo Muy Especial!!!

Un recuerdo Muy Especial !!!

2008 - 13 de octubre - 2016


Recordemos en este Sitio muy especialmente a nuestros hermanos que ya partieron para la "Casa del Padre".

Siempre recordaremos sus sonrisas, el buen humor, "las pescas", "los asados", el amor a Dios y el compromiso constante con el hermano necesitado.

Estamos seguros que desde el Cielo ellos interceden ante Dios por cada uno de nosotros, que caminamos esperanzados en encontranos nuevamente para compartir tantos momentos inolvidables.


... German Merlino, Eldo Yoris y Silvio Bejarano ...

Hasta siempre Hermanos!!!!!


jueves, 1 de abril de 2010

Mensaje del Casante por la Santa Pascua 2010


“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv. 3,16).

“… Io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv. 12,32).


Carissimi Fratelli e Sorelle della Famiglia Calabriana,


ci avviciniamo alla Pasqua e mi nasce dal cuore il desiderio di salutare tutti voi con questa lettera di auguri nel Signore, di una Buona e Santa Pasqua.

La Pasqua è la festa più importante della Chiesa, centro e culmine della nostra vita cristiana, perché con essa celebriamo il mistero d’Amore della Passione, morte e Risurrezione del Nostro Signore Gesù Cristo. Mistero che si attualizza sempre nell’eucaristia, ma del quale la Chiesa ci invita a fare memoria una volta all’anno nel giorno della Pasqua del Signore.

Il cammino di questo secondo anno del sessennio lo stiamo dedicando alla formazione come “trasformazione nell’Amore”, principio e fondamento per una vita piena che parla della presenza di Cristo vivo in noi. Questa trasformazione avviene con la forza dello Spirito Santo per la potenza della Risurrezione del Signore Gesù inviato dal Padre che tanto ha amato il mondo perché abbiamo la vita eterna nel Suo Amore infinito che ci fa partecipe di questo mistero di salvezza. Però nell’esperienza dell’Amore e trasformazione è fondamentale attraversare la Croce come cammino di donazione totale al progetto del Padre.

Ciò che ritengo fondamentale e attuale nella vita di ogni consacrato, sacerdote e laico dell’Opera, è l’ascolto dello spirito che ci ispira i temi della Croce, dell’Amore e della Risurrezione come esperienze fondanti nella nostra vita per vivere e testimoniare nel quotidiano tutta la potenza dell’Amore di Dio per il mondo. Sono misteri che toccano profondamente la vita umana e di tante persone in questo momento all’interno dell’Opera.

Cosa significa la Croce e la sofferenza? che senso hanno? È un mistero umano profondo che tocca la dimensione più intima della persona lasciandola vulnerabile e fragile. Solo sul piano della fede possiamo leggere e intuirne un senso perché la Croce produce in noi un dolore profondo, non possiamo nascondercelo, e a livello umano diventa un assurdo. Solo la contemplazione della Croce di Cristo, il Suo volto sofferente può darci il vero senso del grande Amore che essa mostra, un Amore verso il quale siamo noi stessi attratti perché nella Croce del Figlio si è manifestato l’Amore del Padre: essa è il momento più alto della teofania, dove esplode la verità del Dio amante e dell’uomo amato, del Dio che non esita a scendere fino al livello più basso per mostrare l’Amore per l’uomo, trasformando la morte in vita, il male in bene e il peccatore in giusto. La Croce ha esercitato la Sua forza di attrazione su tutta la terra e ha attirato a sé tutti gli uomini, e continua oggi ad essere fonte e sorgente d’Amore e di vita.

Mio Dio che nella tua Croce piantata nella terra ci hai dato la possibilità di guardare oltre la sofferenza fissando gli occhi nel cielo della Risurrezione, conduci tutti noi in questo mistero in cui la accettazione del dolore ci attrae con forza alla Croce stessa diventando Amore. Nel compiersi della tua volontà mio Dio possiamo vivere l’angoscia dell’orto degli ulivi, il dolore del calvario e la gioia profonda della resurrezione. Accanto a noi ci sia sempre un angelo che consola il nostro sudore fatto sangue, ci sia un Cireneo che solleva la nostra Croce e ci aiuta a portarla, ci sia sempre ai piedi della nostra Croce Maria che in silenzio e con Amore di madre ci guarda con tenerezza e vive ogni momento con noi. Cristo, le tue braccia aperte sulla Croce tenute dai chiodi piantati, hanno accolto in quel attimo tutti i nostri peccati passati, presenti e futuri, e in quel attimo la tua morte ha vinto la morte per sempre e ci ha donato la vita eterna.

Tutta sofferenza umana e la Croce hanno un sapore amaro; non possiamo nascondercelo e tutti la sperimentiamo prima o dopo nella nostra vita. Come Opera anche noi sperimentiamo la sofferenza e la Croce di tanti nostri fratelli e sorelle (religiosi e laici). Ce ne è testimone lo stesso don Calabria che così scriveva nel Suo diario: “Quest'anno è un grande anno per l'Opera del Signore. Dio mio, che nuove prove, come sono dolorose. Che il Signore con la Sua bontà e misericordia non guardi ai miei peccati, ma guardi alla Sua Opera e dalla Settimana Santa, ci conduca alla Pasqua; dalla via crucis, alla via lucis. Oh, come si deve ringraziare il Signore che ci ha dato nel Visitatore Apostolico rev.mo Abate Caronti, l'Angelo della Risurrezione”. (Diario, 4 Aprile 1936).

Prendendo spunto di queste parole di don Calabria credo che l’esperienza della Risurrezione sia possibile nella misura in cui ciascuno di noi, nell’esperienza di risuscitati, possiamo essere al fianco di chi soffre la Croce e l’angoscia tendendo una mano, essendo vicino e trasformando la Croce in Amore, la sofferenza in luce così come ha fatto Gesù. Questo è vivere la Risurrezione nel concreto, questo significa vivere la trasformazione nell’Amore, questo è lo scopo della nostra missione all’interno dell’Opera, altrimenti viviamo la Pasqua nella superficialità senza che la luce di Cristo risorto brilli nei nostri cuori e nei cuori che vivono nel buio del dolore e della sofferenza. Don Calabria è stato un campione di carità e ha vissuto concretamente la Risurrezione di Cristo essendo l’angelo che consola, il Cireneo che aiuta. Mi ha colpito molto una Sua lettera del 30 marzo del 1936, a un laico Gonella Giulio: “Preg. e caro professore. La grazia, la pace di Gesù Benedetto siano sempre con Lei e con tutta la cara Sua famiglia che sempre porto nella mente e nel cuore. Siamo, mentre scrivo, en­trati nella settimana di Passione, dove il cristiano è chiamato in modo particolaris­simo a meditare, a considerare quello che ha sofferto, che ha patito per la nostra sa­lute eterna, il Divino nostro Redentore. Nell'economia di Dio, nel compimento dei Suoi grandi disegni è sempre così: chi patisce, chi soffre è sempre il giusto, il buono; e nel dolore e nella sofferenza, nell'abbandono, compie i Suoi disegni che sono sempre disegni di bene, a glo­ria del Padre e di salute per i Fratelli. Penso sempre a Lei e ai Suoi cari, ma in questi giorni in modo speciale; per Lei prego l'Angelo del conforto, l'Angelo che ha con­solato Gesù nell'orto, perché La consoli e Le dia tutte quelle grazie particolari in questo Suo piano di dolore che deve portare alla Risurrezione e al compimento di un grande disegno, che a noi tanto piccoli non ci è dato ancora di comprendere. Caro Professore, questo povero Prete, questo Suo amico, che specie in quest'ora ha tanto bisogno di preghiere, per capire nella luce divina il dono grande che il Signore Le fa lasciandolo nella prova e nella pura sofferenza, oh come pensa a Lei, come prega e fa voti che alla settimana di Passione e santa, venga presto il com­pimento del divino disegno, a bene Suo e dei Fratelli, con la Risurrezione e il trionfo. Vorrei in questo momento avere la radio per dire a Lei tutto il mio affetto, tutta la mia preghiera, per dirle che il Signore lo ama, e premierà di certo la Sua fede, la Sua generosità, il Suo continuo sacrificio. [...] Le anime e le opere di Dio, oh come costano. Una benedizione particolare a Lei, alla Sua pia Signora e a tutti. Buona e Santa Pasqua”.

Che profonde queste parole di don Calabria! Esse partono da un cuore che ha fatto l’esperienza della Croce e del Risorto, da un cuore pieno della presenza viva di Cristo che è vicino a chi soffre e lo fa senza toglierli il dolore e la durezza della Croce, ma come chi è vicino e tiene la mano con il conforto della presenza e della preghiera.

Carissimi fratelli e sorelle, come vorrei che questa Pasqua fosse vissuta nel senso più profondo di trasformare la Croce in Amore, di essere vicino a chi soffre. Auguro a tutti di vivere la profondità di questo mistero e di diventare angeli e Cirenei per ogni persona che incontriamo nella sofferenza. Si realizzi così in ognuno di noi quella trasformazione nell’Amore, nel dono di sé agli altri, che rende la nostra Opera e il mondo una unica famiglia, fatta di relazioni di giustizia e Amore fondate nella verità e nella parola di Dio. Vangeli viventi!

Gesù risusciti in noi, in tutti noi, nelle nostre anime, nei nostri cuori e ci rinnovi nello Spirito. La Croce, l’Amore e la Risurrezione possono essere vissute e testimoniate nelle nostre vite nella misura che siamo aperti a ricevere tutta la forza della vita nuova che Cristo ci trasmette in questi giorni santi.

La Vergine Maria al piede della Croce del Suo Figlio ci insegni il cammino di vicinanza alle persone che soffrono, per vivere la gioia della Risurrezione con la speranza della vita nuova nell’Amore eterno che Gesù ci dona con la Sua Passione, morte e Risurrezione.

Buona e Santa Pasqua!

Benedico tutti con il cuore e vi ricordo nella mia preghiera con grande affetto affinché l’Amore di Cristo risorto rinnovi i nostri cuori, le nostre menti e muova la nostra volontà ad essere testimoni della Sua Risurrezione nel mondo.


Fraternamente in Cristo Risorto

Jueves ... Día de la Comunidad!!!

Qué tal muchachos! Feliz día de Comunidad.

El Jueves Santo… la Cena del Señor.

Lástima que no tengo a mano los apuntes que le había tomado a P. Ivo allá, a mediados de los `80, acerca del itinerario recorrido por Jesús, día a día, desde el lunes santo hasta la Resurrección.

El Jueves Santo, entre otras cosas, es el de la institución de la Eucaristía; el del mandamiento del amor, etc.

Comparto con Uds. las siguientes citas bíblicas.

Primera Lectura

Lectura del libro del Éxodo (12, 1-8. 11-14)

… es la Pascua, es decir, el paso del Señor.

Ese día será para ustedes un memorial y lo celebrarán como fiesta en honor del Señor. De generación en generación celebrarán esta festividad, como institución perpetua’ ”.

Salmo Responsorial Salmo 115

¿Cómo le pagaré al Señor todo el bien que me ha hecho? Levantaré el cáliz de salvación e invocaré el nombre del Señor.

A los ojos del Señor es muy penoso que mueran sus amigos. De la muerte, Señor, me has librado, a mí, tu esclavo e hijo de tu esclava.

Te ofreceré con gratitud un sacrificio e invocaré tu nombre. Cumpliré mis promesas al Señor ante todo su pueblo.


Segunda Lectura

Lectura de la primera carta del apóstol san Pablo a los corintios (11, 23-26)

Hermanos: Yo recibí del Señor lo mismo que les he trasmitido: que el Señor Jesús, la noche en que iba a ser entregado, tomó pan en sus manos, y pronunciando la acción de gracias, lo partió y dijo:

“Esto es mi cuerpo, que se entrega por ustedes. Hagan esto en memoria mía”.

Lo mismo hizo con el cáliz después de cenar, diciendo:

“Este cáliz es la nueva alianza que se sella con mi sangre. Hagan esto en memoria mía siempre que beban de él”.

Por eso, cada vez que ustedes comen de este pan y beben de este cáliz, proclaman la muerte del Señor, hasta que vuelva.

Evangelio

Del santo Evangelio según san Juan (13, 1-15)


Antes de la fiesta de la Pascua, sabiendo Jesús que había llegado la hora de pasar de este mundo al Padre y habiendo amado a los suyos, que estaban en el mundo, los amó hasta el extremo.

En el transcurso de la cena, cuando ya el diablo había puesto en el corazón de Judas Iscariote, hijo de Simón, la idea de entregarlo, Jesús, consciente de que el Padre había puesto en sus manos todas las cosas y sabiendo que había salido de Dios y a Dios volvía, se levantó de la mesa, se quitó el manto y tomando una toalla, se la ciñó; luego echó agua en una jofaina y se puso a lavarles los pies a los discípulos y a secárselos con la toalla que se había ceñido.

Cuando llegó a Simón Pedro, éste le dijo:

“Señor, ¿me vas a lavar tú a mí los pies?” Jesús le replicó: “Lo que estoy haciendo tú no lo entiendes ahora, pero lo comprenderás más tarde”.

Pedro le dijo:

“Tú no me lavarás los pies jamás”. Jesús le contestó:

“Si no te lavo, no tendrás parte conmigo”. Entonces le dijo Simón Pedro: “En ese caso, Señor, no sólo los pies, sino también las manos y la cabeza”. Jesús le dijo: “El que se ha bañado no necesita lavarse más que los pies, porque todo él está limpio. Y ustedes están limpios, aunque no todos”.

Como sabía quién lo iba a entregar, por eso dijo:

‘No todos están limpios’.

Cuando acabó de lavarles los pies, se puso otra vez el manto, volvió a la mesa y les dijo:

“¿Comprenden lo que acabo de hacer con ustedes? Ustedes me llaman Maestro y Señor, y dicen bien, porque lo soy. Pues si yo, que soy el Maestro y el Señor, les he lavado los pies, también ustedes deben lavarse los pies los unos a los otros.

Les he dado ejemplo, para que lo que yo he hecho con ustedes, también ustedes lo hagan”.


Mis queridos amigos, es una semana especial, es Semana Santa. El recorrido será día a día acompañando al Maestro. A pesar de las horas tristes por las que hay que atravesar, el final es siempre bueno, en compañía del Señor. Les deseo una Feliz Pascua de Resurrección en familia. Nos mantenemos unidos en oración.

Un abrazo, y hasta la próxima.

Titino