Un Recuerdo Muy Especial!!!

Un recuerdo Muy Especial !!!

2008 - 13 de octubre - 2016


Recordemos en este Sitio muy especialmente a nuestros hermanos que ya partieron para la "Casa del Padre".

Siempre recordaremos sus sonrisas, el buen humor, "las pescas", "los asados", el amor a Dios y el compromiso constante con el hermano necesitado.

Estamos seguros que desde el Cielo ellos interceden ante Dios por cada uno de nosotros, que caminamos esperanzados en encontranos nuevamente para compartir tantos momentos inolvidables.


... German Merlino, Eldo Yoris y Silvio Bejarano ...

Hasta siempre Hermanos!!!!!


domingo, 31 de marzo de 2013




Saludos Pascuales del Casante

Auguri pasquali del Casante

“… Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana …” (Fil 2, 5-7).
 
Carissimi Fratelli e Sorelle della Famiglia Calabriana,
la pace, l’amore e la gioia di Cristo risorto siano e rimangano sempre nei nostri cuori!
 
Ci avviciniamo alla Pasqua e mi nasce dal cuore il desiderio di salutare tutti voi con questa lettera di auguri nel Signore, di una Buona e Santa Pasqua. Il Signore è risorto! Egli è la nostra gioia!
 
La Pasqua è la solennità più importante per la Chiesa, centro e culmine della nostra vita cristiana, perché con essa celebriamo il mistero d’Amore della Passione, Morte e Risurrezione del Nostro Signore Gesù Cristo. In questo mistero è fondata la nostra fede, è giustificata la nostra speranza e legittimata la nostra carità. È la solennità che ci invita a sperimentare la gioia profonda della vita nuova in Cristo, della rinascita come veri figli e figlie del Padre per uscire da noi stessi verso gli altri.
La Quaresima di quest’anno e la preparazione alla Pasqua sono state caratterizzate fortemente dal momento vissuto in tutta la Chiesa in cui Papa Benedetto XVI, con un atto profetico e di profonda umiltà presentava le dimissioni dallo svolgimento del suo Ministero Petrino. Poi, dopo l’attesa orante, ci ha riempito di gioia e di speranza la scelta del nome “Francesco” del nuovo Papa. Sono tutti eventi dello Spirito, nella certezza che Dio continua a guidare la Sua Chiesa e ci chiama costantemente a un ritorno alla centralità di Cristo. Con quanta meraviglia viviamo questo momento di grazia e di risurrezione come si fosse una nuova Pasqua e una nuova Pentecoste per tutta la Chiesa e per il mondo. Don Calabria gioirebbe vedendo i segni di un ritorno all’essenzialità di un vangelo vissuto in radicalità e povertà da parte del Vicario di Cristo che con la semplicità e tenacità delle sue parole invita tutta la Chiesa a uscire da se stessa e andare verso le periferie sia geografiche che del cuore umano come fecero le donne, gli Apostoli e i primi Cristiani di fronte all’avvenimento del Cristo Risorto.
 
Prendo spunto per la mia riflessione dalle parole di San Paolo nella lettera ai Filippesi, dove ci invita ad avere in noi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù. Quali sentimenti? I sentimenti che Lo portarono a spogliarsi di Se stesso per andare verso l’uomo immerso nel peccato e salvarlo con la sua morte in croce e la sua risurrezione. Questo spogliarsi ci spinge più che mai a uscire da noi stessi, dal nostro egoismo ed egocentrismo per dare spazio a Cristo nei nostri cuori; rivestirci di Lui che come Maestro e Signore si china davanti a ciascuno di noi per lavarci i piedi. S’inginocchia nella sua “kenosis” ed è disponibile per entrare in comunione con noi. In questo spogliarsi di se stesso va in cerca dell’uomo là dove s’incontra, nella sua realtà anche di fragilità e di peccato, senza giudicarci, per confermare la nostra dignità di persone profondamente amate da Lui. Avere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù ci spinge a scendere “un gradino” per andare incontro all’altro con l’amore e la centralità di Cristo in noi. Spogliarci di noi stessi per assumere la condizione di servo, per avere parte con Gesù, per lasciare che mi doni la capacità di amare e servire come Lui ha fatto prendendosi cura con tenerezza della nostra fragilità.
 
Crocifisso nell’agonia del dolore e della sofferenza chiede il perdono per noi uomini che l’abbiamo ucciso. Il suo perdono e la sua misericordia fino alla fine nell’amore totale e nella donazione assoluta di se stesso: “… dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1). L’invito di questa Pasqua è a seguire la via che Egli ci ha aperto e indicato di un amore senza misura, non perché chi è di fronte a noi è degno di amore ma perché l’amore donato da Cristo in noi lo rende tale. Ognuno di noi può essere amato perché è Dio che ci ama per primo. Gesù dalla croce ci insegna ad amare e perdonare sempre in ogni respiro che diventa un unico respiro con Cristo e il battito stesso del suo cuore. Questa è la grande speranza del Cristiano, affidarsi alle braccia dell’amore e alla misericordia di Cristo per trovare il vero significato della nostra vita.
 
Ci invita Don Calabria in uno dei suoi scritti per la Pasqua del 1944, a vivere una vera risurrezione alla vita di grazia e di santità, rinnovandoci nello spirito del Vangelo per essere testimoni nel mondo dell’amore di Cristo. “Questa Pasqua vorrei segnasse una vera risurrezione alla vita della grazia e della santità, in voi e in ciascuno dei vostri cari, perché, voi lo sapete, è così che si gustano le feste della nostra santa Religione: rinnovandoci nello spirito del Vangelo, nella pratica della vita cristiana. Il mio augurio, quindi, è un voto ardente di padre che tanto vi ama, desideroso non solo del bene spirituale ed eterno dei propri figli, ma anche di quello temporale, che è frutto di quello spirituale: Gesù risusciti in voi, nelle vostre anime, nei vostri cuori, e vi rinnovi nello spirito”. (Don Calabria, L’Amico, Febbraio 1944).
 
Carissimi fratelli e sorelle, il mio particolare invito in questa Pasqua è di vivere una vita radicata e centrata in Cristo risorto e in Lui non avere paura di affrontare le difficoltà della vita quotidiana perché Lui è vivo in mezzo a noi. In quest’anno della Fede e della Riparazione il nostro sguardo sia fisso nel Gesù risorto che ogni giorno incontriamo nella Parola, nell’Eucaristia, nella preghiera, nei poveri, nelle persone che fanno parte del nostro quotidiano. Donaci Signore una grande fede e il coraggio di abbandonarci a Te e testimoniare al mondo che Tu sei vivo e risorto e che solo in Te troviamo la vita in pienezza.
 
La Vergine Maria ai piedi della Croce di Suo Figlio ci insegni il cammino per essere vicini alle persone che soffrono, per vivere la gioia della Risurrezione con la speranza della vita nuova, nell’Amore eterno che Gesù ci dona con la Sua Passione, Morte e Risurrezione.
Dal profondo del cuore Vi giunga il mio augurio di Buona e Santa Pasqua!
Benedico tutti con il cuore e vi ricordo nella mia preghiera con grande affetto affinché l’Amore di Cristo risorto rinnovi i nostri cuori per essere testimoni della Sua Risurrezione nel mondo. Vi chiedo anche la carità delle vostre preghiere.
Fraternamente in Cristo Risorto
P. Miguel Tofful

viernes, 29 de marzo de 2013

Jueves... Día de Comunidad!!!


Hola familia, feliz día de comunidad.

Jueves Santo, día de comunidad.

Ayer me relataron lo acontecido en una ciudad cercana, a unos cien kilómetros de aquí. El sacerdote del pueblo había fallecido, y enviaron a uno joven en su reemplazo.

La semana pasada, el joven sacerdote fue embestido en su pequeño automóvil por un camión. Quedó incrustado en una columna.

Al llegar los bomberos, observaron al sacerdote entre los hierros retorcidos, cantando al Señor. Y tuvo todavía fuerzas para decirles a los socorristas: “estoy feliz, pronto me encontraré con mi Señor...” (falleció poco después).
...

Al escuchar la homilía de hoy de nuestro Papa Francisco, pidiendo a sus sacerdotes, a sus pastores que “huelan a ovejas”, que salgan a “las perisferias”, me vino a la memoria el testimonio de este joven sacerdote de la localidad de Navarro.

Bendito sea Dios por todos los sacerdotes buenos que conocemos. Recordémoslos hoy, porque también un jueves santo, el Señor instituyó el sacerdocio. No perdamos la oportunidad de saludarlos.

María Ssma. desde Medjugoje nos invita constantemente a orar por los consagrados, por los pastores de la Iglesia. Según sus palabras, sus “hijos dilectos”.

Los invito a orar junto a nuestra Madre del Cielo por todos ellos. Porque nuestra oración los fortalecerá para que continúen la misión que el Señor les encomendó. Pidamos de manera especial por el Papa.

Los dejo con la Palabra.


Libro del Exodo 12,1-8.11-14.
 
Luego el Señor dijo a Moisés y a Aarón en la tierra de Egipto: Este mes será para ustedes el mes inicial, el primero de los meses del año. Digan a toda la comunidad de Israel: El diez de este mes, consíganse cada uno un animal del ganado menor, uno para cada familia.
 
Si la familia es demasiado reducida para consumir un animal entero, se unirá con la del vecino que viva más cerca de su casa. En la elección del animal tengan en cuenta, además del número de comensales, lo que cada uno come habitualmente. 

Elijan un animal sin ningún defecto, macho y de un año; podrá ser cordero o cabrito. 
Deberán guardarlo hasta el catorce de este mes, y a la hora del crepúsculo, lo inmolará toda la asamblea de la comunidad de Israel.
 
Después tomarán un poco de su sangre, y marcarán con ella los dos postes y el dintel de la puerta de las casas donde lo coman. 

Y esa misma noche comerán la carne asada al fuego, con panes sin levadura y verduras amargas. 

Deberán comerlo así: ceñidos con un cinturón, calzados con sandalias y con el bastón en la mano. Y lo comerán rápidamente: es la Pascua del Señor. Esa noche yo pasaré por el país de Egipto para exterminar a todos sus primogénitos, tanto hombres como animales, y daré un justo escarmiento a los dioses de Egipto. Yo soy el Señor. 

La sangre les servirá de señal para indicar las casas donde ustedes estén. Al verla, yo pasaré de largo, y así ustedes se librarán del golpe del Exterminador, cuando yo castigue al país de Egipto. 

Este será para ustedes un día memorable y deberán solemnizarlo con una fiesta en honor del Señor. Lo celebrarán a lo largo de las generaciones como una institución perpetua

Salmo 116(115),12-13.15-16.17-18. 
¿Con qué pagaré al Señor
todo el bien que me hizo? 
Alzaré la copa de la salvación 
e invocaré el nombre del Señor. 


¡Qué penosa es para el Señor 
la muerte de sus amigos! 
Yo, Señor, soy tu servidor, 
tu servidor, lo mismo que mi madre: 
por eso rompiste mis cadenas. 

Te ofreceré un sacrificio de alabanza, 
e invocaré el nombre del Señor. 
Cumpliré mis votos al Señor, 
en presencia de todo su pueblo.




Carta I de San Pablo a los Corintios 11,23-26.
 
Lo que yo recibí del Señor, y a mi vez les he transmitido, es lo siguiente: El Señor Jesús, la noche en que fue entregado, tomó el pan, dio gracias, lo partió y dijo: "Esto es mi Cuerpo, que se entrega por ustedes. Hagan esto en memoria mía". 
De la misma manera, después de cenar, tomó la copa, diciendo: "Esta copa es la Nueva Alianza que se sella con mi Sangre. Siempre que la beban, háganlo en memora mía". 
Y así, siempre que coman este pan y beban esta copa, proclamarán la muerte del Señor hasta que él vuelva. 


Evangelio según San Juan 13,1-15. 

Antes de la fiesta de Pascua, sabiendo Jesús que había llegado la hora de pasar de este mundo al Padre, él, que había amado a los suyos que quedaban en el mundo, los amó hasta el fin. 

Durante la Cena, cuando el demonio ya había inspirado a Judas Iscariote, hijo de Simón, el propósito de entregarlo, sabiendo Jesús que el Padre había puesto todo en sus manos y que él había venido de Dios y volvía a Dios, se levantó de la mesa, se sacó el manto y tomando una toalla se la ató a la cintura. 

Luego echó agua en un recipiente y empezó a lavar los pies a los discípulos y a secárselos con la toalla que tenía en la cintura. 

Cuando se acercó a Simón Pedro, este le dijo: "¿Tú, Señor, me vas a lavar los pies a mí?". 

Jesús le respondió: "No puedes comprender ahora lo que estoy haciendo, pero después lo comprenderás". "No, le dijo Pedro, ¡tú jamás me lavarás los pies a mí!". Jesús le respondió: "Si yo no te lavo, no podrás compartir mi suerte". 

"Entonces, Señor, le dijo Simón Pedro, ¡no sólo los pies, sino también las manos y la cabeza!". 
Jesús le dijo: "El que se ha bañado no necesita lavarse más que los pies, porque está completamente limpio. Ustedes también están limpios, aunque no todos". 

El sabía quién lo iba a entregar, y por eso había dicho: "No todos ustedes están limpios". 
Después de haberles lavado los pies, se puso el manto, volvió a la mesa y les dijo: "¿comprenden lo que acabo de hacer con ustedes? Ustedes me llaman Maestro y Señor; y tienen razón, porque lo soy. 
Si yo, que soy el Señor y el Maestro, les he lavado los pies, ustedes también deben lavarse los pies unos a otros. 

Les he dado el ejemplo, para que hagan lo mismo que yo hice con ustedes


Los saludo con el aprecio de siempre. Que tengan una feliz Pascua de Resurrección. Un abrazo y hasta la próxima.

Titino

jueves, 21 de marzo de 2013

Jueves ... día de Comunidad!!!

 
Hola familia, feliz día de comunidad.
Todavía resuenan los ecos de felicidad por la elección de su Santidad Francisco.
En lo personal, me encantó lo que dijo en uno de sus primeros discursos: que lo central de la Iglesia es Jesús de Nazareth. No se debe perderlo de vista. Acotaba que si se lo pierde de vista… nos transformaríamos en una buena O. N. G., pero dejaríamos de ser la Iglesia del Señor. Palabras sabias, palabras santas.
Sólo Jesús de Nazareth tiene palabras de vida eterna; El es el camino, la verdad y la vida. Es el dueño de la Obra, como diría D. Calabria; es el dueño de esta gran barca que es la Iglesia. El es la luz del mundo.
Jesús es el Señor de la historia, y debiera ser el Señor de nuestra vida, de nuestra familia, de nuestros trabajos, de nuestra economía familiar. Me edifica y anima ver a tanta gente que acepta al Señor en su vida personal y familiar. Ya les contaba la vez pasada de aquel padre de familia que rechazó un trabajo de mayores ingresos económicos, para no perder sus encuentros de oración, sus encuentros con el Señor (y se trataba de una diferencia económica muy grande).
La lectura del Evangelio de hoy resalta el señorío de Jesús para la humanidad, y sentencia a aquellos que lo escuchan, a aquellos que reconocen su voz: …“el que es fiel a mi palabra, no morirá jamás”. Es su Palabra sagrada. Confiemos.
Libro de Génesis 17,3-9.
Abrám cayó con el rostro en tierra, mientras Dios le seguía diciendo:
"Esta será mi alianza contigo: tú serás el padre de una multitud de naciones.
Y ya no te llamarás más Abrám: en adelante tu nombre será Abraham, para indicar que yo te he constituido padre de una multitud de naciones.
Te haré extraordinariamente fecundo: de ti suscitaré naciones, y de ti nacerán reyes.
Estableceré mi alianza contigo y con tu descendencia a través de las generaciones. Mi alianza será una alianza eterna, y así yo seré tu Dios y el de tus descendientes.
Yo te daré en posesión perpetua, a ti y a tus descendientes, toda la tierra de Canaán, esa tierra donde ahora resides como extranjero, y yo seré su Dios".
Después, Dios dijo a Abraham: "Tú, por tu parte, serás fiel a mi alianza; tú, y también tus descendientes, a lo largo de las generaciones.
Salmo 105(104),4-5.6-7.8-9.
¡Recurran al Señor y a su poder,
busquen constantemente su rostro;
recuerden las maravillas que él obró,
sus portentos y los juicios de su boca!
Descendientes de Abraham, su servidor,
hijos de Jacob, su elegido:
el Señor es nuestro Dios,
en toda la tierra rigen sus decretos.
El se acuerda eternamente de su alianza,
de la palabra que dio por mil generaciones,
del pacto que selló con Abraham,
del juramento que hizo a Isaac:
Evangelio según San Juan 8,51-59.
Les aseguro que el que es fiel a mi palabra, no morirá jamás".
Los judíos le dijeron: "Ahora sí estamos seguros de que estás endemoniado. Abraham murió, los profetas también, y tú dices: 'El que es fiel a mi palabra, no morirá jamás'.
¿Acaso eres más grande que nuestro padre Abraham, el cual murió? Los profetas también murieron. ¿Quién pretendes ser tú?".
Jesús respondió: "Si yo me glorificara a mí mismo, mi gloria no valdría nada. Es mi Padre el que me glorifica, el mismo al que ustedes llaman 'nuestro Dios',
y al que, sin embargo, no conocen. Yo lo conozco y si dijera: 'No lo conozco', sería, como ustedes, un mentiroso. Pero yo lo conozco y soy fiel a su palabra.
Abraham, el padre de ustedes, se estremeció de gozo, esperando ver mi Día: lo vio y se llenó de alegría".
Los judíos le dijeron: "Todavía no tienes cincuenta años ¿y has visto a Abraham?".
Jesús respondió: "Les aseguro que desde antes que naciera Abraham, Yo Soy".
Entonces tomaron piedras para apedrearlo, pero Jesús se escondió y salió del Templo.
Los saludo con el cariño y aprecio de siempre. Hasta la próxima. Que Dios nos bendiga junto a nuestros seres queridos.
Titino

jueves, 14 de marzo de 2013

Jueves ... día de Comunidad!!!

 
Hola familia, “habemus papam”, feliz día de comunidad.
Cuánta emoción y gozo de saber que los ojos del Señor se posaron sobre nuestro pueblo, sobre un pastor de nuestro pueblo, para que guíe los destinos de la Santa Iglesia.
Ayer tuve el privilegio de ver en vivo la elección del sucesor de San Pedro. Estábamos con Juan Manuel; se nos caían lágrimas de emoción y alegría, se me había hecho un nudo en la garganta. Por un momento pensé que era una exageración, luego al hablar con muchos otros, resulta que les sucedió lo mismo: lágrimas y gozo, e interpretar en esta elección que el Señor está cerca, muy cerca nuestro.
La semana pasada Oscar Sánchez me mandó un mail, me decía entre otras cosas, que se encontraba sin trabajo, pero que andaba buscando. Y, que tenía grandes posibilidades en Capital, había hablado con un Obispo, y éste le había dicho que, cuando regresara de un viaje hablarían… era Bergoglio. Ayer, el primer pensamiento que se me cruzó por la mente luego del anuncio del nuevo Papa, fue: “Sonó Oscar, se quedó sin trabajo”, pero hoy voy a redoblar mi oración para que consiga el trabajo que el Señor le tiene reservado. Les pido que recemos todos por él.
Por otra parte pensaba, miralo vos a Oscar, tenemos un nazareno amigo del Papa (va con “onda” querido Oscar). Por mi parte voy a guardar el mail como un grato recuerdo del nombre de “Bergoglio”, de aquí en más será el de su Santidad Francisco I.
Las lecturas de hoy hablarán de las características que tienen los elegidos de Dios. Interceden por su pueblo, y guían al encuentro con el Señor. Vayamos a lo sustancioso, la Palabra del Señor.
Libro del Exodo 32,7-14.
El Señor dijo a Moisés: "Baja en seguida, porque tu pueblo, ese que hiciste salir de Egipto, se ha pervertido.
Ellos se han apartado rápidamente del camino que yo les había señalado, y se han fabricado un ternero de metal fundido. Después se postraron delante de él, le ofrecieron sacrificios y exclamaron: "Este es tu Dios, Israel, el que te hizo salir de Egipto".

Luego le siguió diciendo: "Ya veo que este es un pueblo obstinado.
Por eso, déjame obrar: mi ira arderá contra ellos y los exterminaré. De ti, en cambio, suscitaré una gran nación".
Pero Moisés trató de aplacar al Señor con estas palabras: "¿Por qué, Señor, arderá tu ira contra tu pueblo, ese pueblo que tú mismo hiciste salir de Egipto con gran firmeza y mano poderosa?
¿Por qué tendrán que decir los egipcios: "El los sacó con la perversa intención de hacerlos morir en las montañas y exterminarlos de la superficie de la tierra?". Deja de lado tu indignación y arrepiéntete del mal que quieres infligir a tu pueblo.
Acuérdate de Abraham, de Isaac y de Jacob, tus servidores, a quienes juraste por ti mismo diciendo: "Yo multiplicaré su descendencia como las estrellas del cielo, y les daré toda esta tierra de la que hablé, para que la tengan siempre como herencia".
Y el Señor se arrepintió del mal con que había amenazado a su pueblo.
Salmo 106(105),19-20.21-22.23.
En Horeb se fabricaron un ternero,
adoraron una estatua de metal fundido:
así cambiaron su Gloria
por la imagen de un toro que come pasto.
Olvidaron a Dios, que los había salvado
y había hecho prodigios en Egipto,
maravillas en la tierra de Cam
y portentos junto al Mar Rojo.
El Señor amenazó con destruirlos,
pero Moisés, su elegido,
se mantuvo firme en la brecha
para aplacar su enojo destructor.
Evangelio según San Juan 5,31-47.
Si yo diera testimonio de mí mismo, mi testimonio no valdría.
Pero hay otro que da testimonio de mí, y yo sé que ese testimonio es verdadero.
Ustedes mismos mandaron preguntar a Juan, y él ha dado testimonio de la verdad.
No es que yo dependa del testimonio de un hombre; si digo esto es para la salvación de ustedes.
Juan era la lámpara que arde y resplandece, y ustedes han querido gozar un instante de su luz.
Pero el testimonio que yo tengo es mayor que el de Juan: son las obras que el Padre me encargó llevar a cabo. Estas obras que yo realizo atestiguan que mi Padre me ha enviado.
Y el Padre que me envió ha dado testimonio de mí. Ustedes nunca han escuchado su voz ni han visto su rostro, y su palabra no permanece en ustedes, porque no creen al que él envió.
Ustedes examinan las Escrituras, porque en ellas piensan encontrar Vida eterna: ellas dan testimonio de mí, y sin embargo, ustedes no quieren venir a mí para tener Vida.
Mi gloria no viene de los hombres.
Además, yo los conozco: el amor de Dios no está en ustedes.
He venido en nombre de mi Padre y ustedes no me reciben, pero si otro viene en su propio nombre, a ese sí lo van a recibir.
¿Cómo es posible que crean, ustedes que se glorifican unos a otros y no se preocupan por la gloria que sólo viene de Dios?
No piensen que soy yo el que los acusaré ante el Padre; el que los acusará será Moisés, en el que ustedes han puesto su esperanza.
Si creyeran en Moisés, también creerían en mí, porque él ha escrito acerca de mí.
Pero si no creen lo que él ha escrito, ¿cómo creerán lo que yo les digo?".
Les mando un abrazo grande. Que Dios nos bendiga junto a nuestros seres queridos. Hasta la próxima.
 
Titino

jueves, 7 de marzo de 2013

Jueves ... Día de Comunidad!!!

 
Hola familia, feliz día de comunidad.
Les escribo pensando que todavía el Señor me pide que lo haga. Mi servicio consta en tocar la campana que nos recuerda celebrar nuestro día. Pero también se que Uds. ya se acostumbraron a celebrar cada jueves el día de la comunidad. Cuando él decida otra cosa, lo serviré de la forma en que me lo indique.
Les conté el año pasado la historia de una mujer que nunca había rezado, la cual, le pidió a mi esposa que le enseñara. Luego de pasar una tarde juntas rezando el Santo Rosario, ella se despidió con lágrimas en los ojos diciéndole:nunca olvidaré este día.
Mi esposa la volvió a ver en estos días después de varios meses, y nuevamente conversaron de oración. Le contó que su vida dio un giro desde aquella vez; que lentamente comienza a vivir una realidad espiritual que antes desconocía.
Ella participa en la actualidad de un grupo de oración. Y transcurre sus días con feliz esperanza. Con lágrimas en los ojos le enumeró todas sus experiencias de oración, de su encuentro con el Señor... la emoción brilla en sus ojos.
Les relato brevemente esta historia, porque me parece que hay algo que se vislumbra
de los primeros versículos de la primera lectura de hoy, se trata de aquellos que escuchan en silencio “la voz de Dios”.
En estos tiempos convulsionados, es prioritario tratar de escuchar “esa voz”, la de Dios, para saber por donde caminar, y para que al final, “nos vaya bien”.Dios Padre está interesado en nuestro bien más que nosotros mismos. Y ya lo sabemos, sus planes superan en mucho los nuestros. Confianza.
Los dejo con la Palabra de hoy.
Libro de Jeremías 7,23-28.

Esta
fue la orden que les di: Escuchen mi voz, así yo seré su Dios y ustedes serán mi Pueblo; sigan por el camino que yo les ordeno, a fin de que les vaya bien.

Pero
ellos no escucharon ni inclinaron sus oídos, sino que obraron según sus designios, según los impulsos de su corazón obstinado y perverso; se volvieron hacia atrás, no hacia adelante.

Desde
el día en que sus padres salieron de Egipto hasta el día de hoy, yo les envié a todos mis servidores los profetas, los envié incansablemente, día tras día.
Pero
ellos no me escucharon ni inclinaron sus oídos, sino que se obstinaron y obraron peor que sus padres.

les dirás todas estas palabras y no te escucharán: los llamarás y no te responderán.
Entonces
les dirás: "Esta es la nación que no ha escuchado la voz del Señor, su Dios, ni ha recibido la lección. La verdad ha desaparecido, ha sido arrancada de su boca".

Salmo 95(94),1-2.6-7.8-9.
¡Vengan, cantemos con júbilo al Señor,
aclamemos a la Roca que nos salva!
¡Lleguemos hasta él dándole gracias,
aclamemos con música al Señor!

¡Entren,
inclinémonos para adorarlo!
¡Doblemos la rodilla ante el Señor que nos creó!
Porque él es nuestro Dios,
y nosotros, el pueblo que él apacienta,
las ovejas conducidas por su mano.

Ojalá
hoy escuchen la voz del Señor:
"No endurezcan su corazón como en Meribá,
como en el día de Masá, en el desierto,
cuando sus padres me tentaron y provocaron,
aunque habían visto mis obras.




Evangelio
según San Lucas 11,14-23.

Jesús
estaba expulsando a un demonio que era mudo. Apenas salió el demonio, el mudo empezó a hablar. La muchedumbre quedó admirada, pero algunos de ellos decían: "Este expulsa a los demonios por el poder de Belzebul, el Príncipe de los demonios".

Otros,
para ponerlo a prueba, exigían de él un signo que viniera del cielo.

Jesús,
que conocía sus pensamientos, les dijo: "Un reino donde hay luchas internas va a la ruina y sus casas caen una sobre otra.

Si
Satanás lucha contra mismo, ¿cómo podrá subsistir su reino? Porque -como ustedes dicen- yo expulso a los demonios con el poder de Belzebul. Si yo expulso a los demonios con el poder de Belzebul, ¿con qué poder los expulsan los discípulos de ustedes? Por eso, ustedes los tendrán a ellos como jueces. Pero si yo expulso a los demonios con la fuerza del dedo de Dios, quiere decir que el Reino de Dios ha llegado a ustedes.

Cuando
un hombre fuerte y bien armado hace guardia en su palacio, todas sus posesiones están seguras, pero si viene otro más fuerte que él y lo domina, le quita el arma en la que confiaba y reparte sus bienes.

El
que no está conmigo, está contra mí; y el que no recoge conmigo, desparrama.



Los saludo con el cariño de siempre deseándoles lo mejor. Que Dios nos bendiga junto a nuestros seres queridos. Un abrazo y hasta la próxima.
 
Titino