Un Recuerdo Muy Especial!!!

Un recuerdo Muy Especial !!!

2008 - 13 de octubre - 2016


Recordemos en este Sitio muy especialmente a nuestros hermanos que ya partieron para la "Casa del Padre".

Siempre recordaremos sus sonrisas, el buen humor, "las pescas", "los asados", el amor a Dios y el compromiso constante con el hermano necesitado.

Estamos seguros que desde el Cielo ellos interceden ante Dios por cada uno de nosotros, que caminamos esperanzados en encontranos nuevamente para compartir tantos momentos inolvidables.


... German Merlino, Eldo Yoris y Silvio Bejarano ...

Hasta siempre Hermanos!!!!!


jueves, 13 de abril de 2017

Mensaje del Casante

MESSAGGIO DEL CASANTE

“La radicalità dell’amore e delle relazioni sino alla fine”
Augurio di Pasqua del Casante alla famiglia calabriana - Verona, 13 aprile 2017

“Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv. 13, 1).
Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia Calabriana, la grazia, la pace e l’amore di Gesù risorto rimangono sempre nei nostri cuori perché possiamo vivere la radicalità dell’amore e delle relazioni che nascono dalla Pasqua di Cristo.
In occasione della preparazione alla celebrazione liturgica della santa Pasqua, rivolgo a tutti voi il mio fraterno saluto e la mia vicinanza, raggiungendovi con questa lettera che nasce dal profondo del mio cuore, nella contemplazione della Parola che ci introduce a vivere questi giorni santi.
Le parole e i gesti di Gesù raccontati nell’ultima cena ci mostrano un modo nuovo, straordinario e sconvolgente di vivere un rapporto con Dio e con gli altri. Il vangelo di Giovanni, l’evangelista dell’amore, ha colto con grande intuizione che Gesù aveva pronunciato, in occasione della risurrezione di Lazzaro, una manifestazione e formulazione di fede, quella che viveva la prima comunità cristiana: “Io sono la risurrezione e la vita”. Notiamo in questa espressione che prima viene la risurrezione, poi la vita. Gesù vuole dirci: io sono la risurrezione delle vite spente, sono il risvegliarsi dell’umano, il rialzarsi della vita che ha ceduto e si è arresa, sono la rinascita delle relazioni che si sono bloccate.

Vivere è l’infinita pazienza di risorgere, di uscire fuori dalle nostre grotte buie, di lasciare che siano sciolte le chiusure che frenano una relazione fraterna e autentica, di togliere le bende dagli occhi e da vecchie ferite, e partire di nuovo per camminare in una vita nuova di amore e di servizio, soprattutto ai più poveri e sofferenti.
Gesù, amante della vita nuova, facendoci uscire dalla nostra indifferenza, ci invita a fermarci, a sederci con Lui intorno al tavolo dell’ultima cena, ad aprire i nostri cuori e i nostri occhi ad un’immagine di Dio che è sconvolgente. Dio è Colui che lava i piedi.
Gesù ci rivela un Dio che si china, che serve, che crea una dimensione nuova di relazione con noi e con tutta l’umanità, basata sull’umiltà e sull’amore. Con Gesù è finito il tempo di “lavare i piedi a Dio” (ossia di un culto che non ha l’anima, di una serie di riti e di manifestazioni puramente esteriori): è Dio che lava i piedi a noi!  La lavanda dei piedi è un gesto simbolico, ma tutto ciò verrà realizzato, consumato sulla croce per l’intera umanità.
Le nuove relazioni nascono attraverso l’amore. Dio è presente in tutte le forme di amore, perché chi ama scopre nell’amore la presenza di Dio, anzi, nell’amore viene rivelato Dio, il suo vero volto. L’amore crea la fraternità vera e duratura, che diventa testimonianza e profezia.
Gesù ci insegna che “Non è la vita che vince la morte, ma è l’amore”. Proprio perché l’amore è più forte della morte. Il Maestro ci fa visita in questa Pasqua, ci chiama per nome, ci dona il suo amore, che tocca i nostri cuori e ci ridona la vita. È per amore alla vita che Egli ci ha strappato dalle mani della morte; è per amore, sempre e solo per amore, che la vita può rinascere da tutte le situazioni di morte. Gesù ci mostra che l’amore è più forte anche della morte e per questo Lui è la risurrezione e la vita, per questo dona la sua vita nell’amore totale, per questo Lui lava i piedi.
Oggi Gesù vuole lavare i miei piedi perché anch’io possa fare lo stesso, perché anche tutti noi possiamo lavarci i piedi gli uni gli altri, in una relazione reciproca e nuova, fraterna e profetica. 
L'amore per i «suoi», coloro che formano la nuova comunità, è stato evidente mentre era con loro, ma splenderà in modo eminente nella sua morte. Tale amore viene mostrato da Gesù nei gesti della lavanda dei piedi che, nella sua valenza simbolica, mostra l'amore continuo che si esprime nel servizio: “deponendo le sue vesti” comincia a servire l’umanità versando l’acqua dell’amore e della misericordia, provocando la nostra vita e invitando ogni discepolo a vivere un processo di trasformazione e di configurazione a questo stile di vita.
I gesti e gli atteggiamenti di Gesù all’interno del relato della lavanda dei piedi sono una sintesi del vangelo e della vita di Gesù. Sono un percorso che il discepolo di Gesù è chiamato ad assumere nella vita e nella missione quotidiana: “Voi dovete lavarvi i piedi gli uni e gli altri”. Lavare i piedi non è un “optional”, ma un imperativo esistenziale nella vita dei discepoli del Maestro, nella vita del cristiano e di ciascuno di noi, con lo stesso stile di Gesù, che ha amato i suoi sino alla fine.
Il vero amore di Gesù si traduce in azioni tangibili di servizio e un tipo di relazioni che si esprime nell’amore concreto. É davvero sconvolgente questa immagine che Gesù ci rivela: Dio non è un sovrano che risiede nei cieli, ma si presenta come servo dell'umanità, per innalzarla a livello divino; e ci invita in ogni nostra azione di amore e servizio a riconoscerlo presente.
Da questo servizio divino scaturisce per la comunità dei credenti quella libertà che nasce dall'amore, quella relazione fraterna e rinnovata dalla croce e dalla Pasqua di Gesù che rende tutti noi «signori», cioè liberi, perché servi. É come dire che solo la libertà crea vero amore.
Seguendo l’insegnamento di Gesù, il servizio che noi membri dell’Opera renderemo all’uomo di oggi avrà come scopo quello di instaurare rapporti fraterni, in cui l'uguaglianza e la libertà siano una conseguenza della pratica del servizio reciproco; e intende mostrare che qualsiasi dominio o tentativo di sopravvento sull'uomo è contrario all'atteggiamento di Dio che, invece, serve l'uomo per elevarlo a sé, non per schiacciarlo.
La radicalità dell’amore e delle relazioni fraterne può nascere, crescere e scaturire dall’evento pasquale, nella passione, morte e risurrezione di Gesù. Oggi, all’inizio del triduo pasquale, siamo invitati ad aprire i nostri cuori e a lasciarci avvolgere da quest’amore con il quale Gesù ci ha amato sino alla fine.
Vi ricordo tutti nella mia preghiera. Anche voi pregate per me.
Il Signore vi benedica.  Buona e Santa Pasqua a tutti! 


P. Miguel Tofful



Saludos de Pascua del Casante a la familia Calabriana
Verona, 13 de abril 2017


“Antes de la fiesta de Pascua, sabiendo Jesús que había llegado su hora de pasar de este mundo al Padre, él, que había amado a los suyos que quedaban en el mundo, los amó hasta el fin.” (Jn. 13,1)


Queridos hermanos y hermanas de la Familia Calabriana:
La gracia, la paz y el amor de Jesús resucitado permanezcan siempre en nuestro corazón, para que podamos vivir la radicalidad del amor y de las relaciones que nacen de la Pascua de Cristo.
Con ocación de la preparación de la celebración litúrgica de la Santa Pascua, envío a todos ustedes mi fraterno saludo y les expreso mi cercanía, queriendo llegar con esta carta que nace de lo profundo de mi corazón, en la contemplación de la Palabra que nos introduce a vivir estos días santos.
La palabra y los gestos de Jesús contados en el última cena, nos muestran un modo nuevo, extraordinario y distinto de vivir una relación con Dios y con los demás.
El evangelio de Juan, el evangelista del amor, mostró con una gran intuición lo que Jesús pronunció en ocación de la resurrección de Lázaro, una formulación y manifestación de fe que vivió la primera comunidad cristiana: “Yo soy la resurrección y la vida”. Notamos en esta expresión que primero viene la resurrección, luego la vida. Jesús nos quiere decir: Yo soy la resurreción de la vida apagada, soy el despertar de lo humano, el realsar de la vida que cedió y se rindió, soy el renacer de la relación que se ha bloqueado.
Vivir es la infinita paciencia de resucitar, de salir afuera de nuestras oscuras grutas, de soltar las ataduras que frenan nuestra relación fraterna y auténtica, de eliminar los vendajes de los ojos y de las viejas heridas, y comenzar de nuevo para caminar en una vida nueva de amor y de servicio, sobretodo hacia los más pobres y sufrientes.
Jesús, amante de la vida nueva, haciéndonos salir de nuestra indiferencia, nos invita a detenernos y sentarnos con El entorno a la mesa de la última cena, y abrir nuestro corazón y nuestros ojos a una imagen de Dios que nos impacta. Dios y El que lavan los pies.
Jesús nos revela un Dios que se inclina, que sirve, que crea una dimensión nueva de relación con nosotros y con toda la humanidad, basada sobre la humildad y el amor. Con Jesús terminó el tiempo de “lavar los pies a Dios” (o sea de un culto que no tiene alma, de una serie de ritos y de manifestaciones puramente exteriores). ¡Dios es el que nos lava los pies a nosotros!
El lavado de los pies es un gesto simbólico, todo se hará realidad y se consumará sobre la cruz por la humanidad entera. Las nuevas relaciones nacen por medio del amor. Dios está presente en todas las expresiones de amor, porque el que ama descubre en el amor la presencia de Dios, mejor dicho, en el amor viene revelado Dios, su verdadero rostro. El amor crea la fraternidad verdadera y que permanece, que se convierte en testimonio y profecía.



Jesús nos enseña que: “No es la vida la que vence a la muerte, sino el amor”. Es así porque el amor es más fuerte que la muerte. El Maestro nos visita en esta Pascua, nos llama por el nombre, se nos dona en su amor, que toca nuestro corazón y devuelve la vida. Es por amor a la vida que Él nos liberó de la mano de la muerte, es por amor, siempre y solo por amor, que la vida puede renacer de todas las situaciones de muerte. Jesús nos muestra que el amor es más fuerte que la muerte y es por esto que Él es la resurrección y la vida, por esto dona su vida en el amor total, por esto Él lava los pies.
Hoy Jesús quiere lavar mis pies para que yo pueda hacer lo mismo, para que tambien nosotros podamos lavarnos los pies unos a los otros, en una relación recíproca y nueva, fraterna y profética.
El amor por los “suyos”, aquellos que forman la nueva comunidad, era evidente mientras estaban con él, pero resplandecerá de modo eminente con su muerte. Tal amor viene expresado de parte de Jesús en el gesto del lavado de los pies que, en su expresión simbólica, muestra el amor contínuo que se expresa en el servicio: “depojándose de sus vestiduras” comienza a servir a la humanidad derramando el agua del amor y de la misericordia, motivando a nuestra vida e invitando a cada discípulo a vivir un proceso de transformación y de configuración a este estilo de vida.
Los gestos y las actitudes de Jesús al interno del relato del lavatorio de los pies, es una síntesis del evangelio y de su vida. Es un camino que el discípulo de Jesús está llamado a asumir en la vida y en la misión cotidiana: “Ustedes deben lavarse los pies unos a los otros”. Lavarse los pies no es opcional, es un imperativo existencial en la vida del discípulo del Maestro, en la vida del cristiano y de cada uno de nosotros, con el mismo estilo de Jesús, que nos ha amado hasta el fin.
El verdadero amor de Jesús se traduce en acciones visibles de servicio y de un tipo de relaciones que se expresan en un amor concreto.
De verdad es impactant esta imagen que Jesús nos revela: Dios no es un soberano que recide en el cielo, sino que se presenta como un siervo de la humanidad, para enaltecerla al nivel de lo divino, y nos invita a que en cada una de nuestras acciones de amor y servicio reconocerlo presente.
De este servicio divino surge para la comunidad de los creyentes aquella libertad que nace del amor, aquella relación fraterna y renovada de la cruz y de la Pascua de Jesús que nos convierte a todos nosotros en “señores”, esto es libres, porque somos siervos. Es como decir que sólo la libertad crea el verdadero amor.
Siguiendo la enseñanza de Jesús, el servicio que nosotros, como miembros de la Obra, hacemos al hombre de hoy, tendrá como propósito el de instaurar una relación fraterna, en la cual la igualdad y la libertad sean una consecuencia de la práctica del servicio recíproco, e intente mostrar que cualquier dominio o intento de poseción sobre el hombre es contrario al actuar de Dios que, en ves, sirve al hombre para elevarlo a sí, no para rebajarlo.
La radicalidad del amor y de las relaciones fraternas pueden nacer, crecer y florecer del evento pascual, de la pasión, muerte y resurrección de Jesús.


Hoy, al inicio del triduo pascual, estamos invitados a abrir nuestro corazón y dejarnos envolver de este amor con el cual Jesús nos ha amado hasta el fin.
Los recuerdo a todos en mi oración. Ustedes también recen por mí. El Señor los bendiga. ¡Buena y Santa Pascua a todos!

P. Miguel Tofful